La badante convivente deve avere la residenza presso la casa dell’assistito?
Certamente è una domanda che molte famiglie si pongono prima di assumere un’ assistente familiare.
E’ molto importante cercare di conoscere alcuni aspetti per evitare di fare errori o gestire male la situazione.
Per un’analisi completa, leggi la guida sull’assunzione del badante convivente
Quando una badante è convivente
Una badante viene definita convivente, nel momento in cui è presente nell’abitazione dell’assistito, alternando momenti di lavoro a momenti in cui non presta alcuna attività lavorativa.
In questo modo, potremo avere una persona sempre presente nella casa dell’anziano.
Chiaramente, questo non vuol dire che la badante convivente deve lavorare tutto il giorno.
Come abbiamo visto purché sia convivente è sufficiente che lavori le ore concordate, come da contratto stipulato tra le parti.
Per il resto della giornata non lavorativa sarà a casa.
Senza dubbio, l’assistente familiare non potrà uscire a suo piacimento quando vuole.
Ciò non significa che debba restare segregata nell’abitazione.
Semplicemente, le uscite vanno concordate col datore di lavoro.
Certamente, se scegliamo di assumere una badante convivente dovremo anche darle il vitto, l’alloggio.
Concretamente dovremmo procurarle il cibo necessario per una buona alimentazione e concederle una stanza per tutelare la sua privacy.
Perché sia definita badante convivente occorre la residenza nella casa dell’assistito?
La risposta è no.
Come abbiamo già detto, è sufficiente la sue presenza continuativa, con momenti alternati di lavoro e riposo.
Per approfondire leggi anche Badante con vitto e alloggio:cosa dobbiamo sapere
Badante convivente dove dorme: orario minimo contrattuale e riposo
Perché una badante sia convivente, non è necessario che vengano stabilite, determinate ore minime di lavoro.
Certamente, l’orario lavorativo deve essere indicato, previo accordo tra le parti (famiglia e badante), nel contratto scritto.
Consideriamo solo che il nostro legislatore ha stabilito un massimo di ore lavorative a settimana che sono 54.
Conseguentemente, la lavoratrice assunta potrà lavorare al massimo 54 ore a settimana.
Nelle ore di non lavoro, però ci garantirà la sua presenza.
Non dimentichiamoci mai, che all’assistente familiare spetta sempre il riposo.
Senza dubbio, indipendentemente dal tipo di contratto, full-time o part-time, la badante convivente dorme nell’abitazione dell’assistito.
Contratto part-time
Se abbiamo deciso di scegliere un contratto part- time, la nostra lavoratrice si occuperà delle sue mansioni per massimo 30 ore settimanali.
Nel dettaglio possiamo scegliere se farla lavorare 5 giorni a settimana per 6 ore al giorno, oppure 6 giorni lavorativi di 5 ore al dì.
Naturalmente, la badante convivente avrà diritto a 1 giorno di riposo totale o due giorni, a seconda dell’orario lavorativo indicato nel contratto
Contratto full-time
La badante è convivente, a tempo pieno, è assunta con regolare contratto a tempo pieno con un massimo 54 ore di lavoro a settimana.
Certamente, non possiamo chiedere alla nostra lavoratrice che presti le sue mansioni 24 ore su 24.
Sostanzialmente, l’assistente familiare, che ha cura del nostro anziano può lavorare per un massimo di 10 ore giornaliere per 5 giorni e nel sesto giorno lavorerà 4 ore.
Altresì, la nostra lavoratrice ha diritto di riposare senza interruzione almeno 11 ore di seguito.
Solitamente, sono 11 ore nella notte (22.00 – 8.00).
Ma, le spettano anche almeno 2 ore al giorno di riposo non retribuito.
Sarà la badante convivente a scegliere se uscire o restare a casa e riposarsi.
Senza dubbio, il tema del riposo come assenza della lavoratrice in un giorno della settimana va affrontato e gestito dalla famiglia.
Iniziamo col dire che una badante convivente, assunta con contratto a tempo pieno, ha diritto a un giorno e mezzo di riposo, 36 ore.
Senza dubbio, questo è un diritto irrinunciabile.
Per evitare discussioni fastidiose vi consigliamo di stabilire il giorno di riposo e inserirlo nell’accordo contrattuale.
Nella maggior parte dei casi il giorno concordato per il riposo di 24 ore è la domenica oppure il sabato.
I familiari, dovranno organizzarsi per gestire l’anziano nel giorno di assenza della lavoratrice.
Sei alla ricerca di una badante convivente?
Se abbiamo stipulato un contratto di lavoro a tempo pieno con la badante, dobbiamo sapere che le spetta un giorno e mezzo di riposo.
Sostanzialmente, la badante convivente, potrebbe uscire di casa dell’assistito dopo le 4 ore di lavoro di sabato e rientrare il lunedì mattina.
Pertanto, il sabato e la domenica non dormirà a casa del nostro anziano.
Potremmo avere esigenze diverse e concordare il riposo di 24 ore la domenica e la restante mezza giornata in un giorno settimanale.
E’ comunque possibile che le parti possano fare accordi diversi.
Inevitabilmente, è importante rispettare sempre le 36 ore di riposo settimanale.
Nel caso in cui abbiamo fatto un’assunzione a tempo parziale, per stabilire quante notti spettano alla badante convivente dobbiamo guardare i giorni lavorativi del contratto.
Leggi anche: Meglio la badante o la casa di riposo?
Dubbi e domande che sorgono quando abbiamo una badante convivente.
Moltissime famiglie si trovano a dover gestire e affrontare l’inevitabile declino che l’età senile determina nei nostri anziani.
Conseguentemente, si ha una diminuzione delle capacità fisiche o mentali o di entrambe, che porta alla decisione di assumere una badante convivente che assista il nostro genitore.
Una volta presa la decisione e stipulato un regolare contratto, con la lavoratrice, vediamo insieme come poter risolvere alcune problematiche che possono sorgere.
Leggi anche: Badante convivente o lungo orario, ecco come scegliere
Ma se ho una necessità urgente, posso chiedere alla badante convivente di lavorare nel giorno di riposo?
In questi casi, se la badante è d’accordo potrà lavorare.
Va comunque tenuto presente che le ore, lavorate nel giorno del riposo, saranno pagate con una maggiorazione del 60% .
Certamente, il giorno di riposo dovrà esserle concesso il giorno dopo.
Come abbiamo già detto il diritto di riposo è un diritto irrinunciabile e anche indisponibile.
Se la badante convivente si ammala, come possiamo gestire la situazione?
Se la badante presenta un certificato medico di malattia non possiamo far altro che prendere atto della situazione.
Abbiamo due opzioni per risolvere i problema dell’assistenza:
La risposta è no.
Certamente, i familiari hanno scelto di assumere una badante convivente perché l’assistito ha l’esigenza di aver garantita la presenza di notte di una persona.
Anche perché, altrimenti avremo scelto un diverso contratto più vantaggioso dal punto di vista economico.
Può succedere che la badante ci chieda il permesso di uscire per il verificarsi di un evento straordinario.
Senza dubbio, spetta al datore di lavoro (la famiglia) a valutare la situazione e decidere se accordare il permesso.
In mancanza ditale permesso non sono consentite uscite serali nei giorni lavorativi.
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Ho consigliato Badacare ad alcuni clienti che avevano bisogno di assistenza al proprio familiare non più autosufficiente. Ancora oggi mi ringraziano per la segnalazione!
Serviloo
2021-01-04
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Siti Web Novara
2020-12-31
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2020-12-30
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Pier Giuseppe Meo
2020-11-21
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