Contributi colf e badanti 2022

Nel 2022, dopo un anno di stasi dovuto alla pandemia da Covid-19, il 1° febbraio l’INPS ha pubblicato una circolare (la n.17) in cui ha reso note le tabelle da utilizzare per il calcolo dei contributi previdenziali da versare per chi ha alle proprie dipendenze un collaboratore domestico.
Nell’articolo che segue, dunque, andremo a esaminare nel dettaglio la quota dei contributi che devono essere erogati a colf e badanti. Tuttavia, prima di entrare nel vivo del discorso, è bene fare una premessa.
Generalmente, il calcolo dei contributi varia in relazione all’indice di variazione dei prezzi al consumo stimato dall’ISTAT per le famiglie di operai e impiegati (FOI). Tale indice, essendo risultato tra il gennaio 2020 e dicembre 2021 pari al +1,9%, ha portato alla creazione di nuove fasce di retribuzione su cui calcolare i contributi.
Se nel 2021 la prima fascia di retribuzione oraria riguardava chi aveva un compenso pari o inferiore a:
- Euro 8,10 (retribuzione effettiva)
- Euro 7,17 (retribuzione convenzionale)
Dal 2022, le fasce sono state rivalutate in:
- Euro 8,25 (retribuzione effettiva)
- Euro 7,31 (retribuzione convenzionale)
Contributi dei lavoratori domestici: regole principali
Esistono degli elementi cardine che guidano il datore di lavoro al pagamento dei contributi dei badanti.
Di seguito, indichiamo i principali quattro:
- Per il datore di lavoro il pagamento dei contributi dei domestici è obbligatorio e garantisce a questi ultimi il diritto alla pensione, il congedo di maternità, l’assicurazione contro gli infortuni domestici e la disoccupazione.
- Il pagamento dei contributi INPS del badante deve essere organizzato dal datore di lavoro in quattro scadenze trimestrali (Aprile, Luglio, Ottobre, Gennaio).
- Per il rapporto di lavoro a tempo determinato si applica un contributo addizionale (Articolo 2, comma 28, legge 28 Giugno 2012, n.92) corrispondente all’1,40% della retribuzione imponibile ai fini previdenziali. Il suddetto contributo non si applica per i lavoratori assunti in sostituzione dei lavoratori assenti.
- Per il contratto a tempo indeterminato, se le ore lavorate sono superiori a ventiquattro ore settimanali, il contributo è fisso. Mentre, se le ore sono inferiori o uguali a ventiquattro ore settimanali, il contributo cambia in base alla fascia oraria.
Tabella contributi per badanti 2022
Per avere una visione più chiara degli importi da pagare per i contributi di colf e domestici nel 2022, abbiamo deciso di riassumere i costi in due tabelle.
Quel che è bene chiarire, è che, per calcolare la somma dei contributi INPS badanti, bisogna tenere in considerazione quante ore a settimana lavora l’assistente domestico. Difatti, se l’orario di lavoro non supera le 24 ore settimanali, allora i contributi orari dei collaboratori domestici fanno riferimento a diverse fasce di retribuzione.
In caso contrario, ovvero se l’orario di lavoro è di almeno 24 ore settimanali, allora i contributi a circo colf saranno fissi per tutte le ore retribuite.
Oltre a questo, nella circolare l’INPS fa un distinguo anche tra le fasce retributive che tengono conto del contributo addizionale (ovvero il contributo del 1,4% che si applica alla retribuzione imponibile ai fini previdenziali per chi ha un contratto di lavoro a tempo determinato) e quelle che, invece, non ne tengono conto.
Per quanto concerne la prima categoria di lavoratori domestici, i contributi dal 1 gennaio 2022 al 31 dicembre 2022 sono pari a:
Retribuzione oraria | Importo contributo orario | ||
Effettiva | Convenzionale | Comprensivo di quota CUAF | Senza quota CUAF |
Fino a 8,25 euro | 7,31 € | 1,46 € di cui 0,37 € a carico del lavoratore | 1,47 € di cui 0,37 euro a carico del lavoratore |
Oltre 8,25 euro e fino a 10,05 euro | 8,25 € | 1,65 € di cui 0,41 € a carico del lavoratore | 1,66 € di cui 0,41 euro a carico del lavoratore |
Oltre 10,05 euro | 10,05 € | 2,01 € di cui 0,50 € a carico del lavoratore | 2,02 € di cui 0,50 euro a carico del lavoratore |
Orario di lavoro oltre le 24 ore settimanali | 5,32 € | 1,06 € di cui 0,27 € a carico del lavoratore | 1,07 € di cui 0,27 euro a carico del lavoratore |
Per quanto riguarda invece i contributi di colf e badanti con contratto a tempo determinato a cui si applica l’aliquota del 1,4%, gli importi dovuti all’INPS dal 1° gennaio 2022 al 31 dicembre 2022 saranno i seguenti:
Retribuzione oraria | Importo contributo orario | ||
Effettiva | Convenzionale | Comprensivo di quota CUAF | Senza quota CUAF |
Fino a 8,25 euro | 7,31 € | 1,56 € di cui 0,37 € a carico del lavoratore | 1,57 € di cui 0,37 € a carico del lavoratore |
Oltre 8,25 euro e fino a 10,05 euro | 8,25 € | 1,76 € di cui 0,41 € a carico del lavoratore | 1,77 € di cui 0,41 € a carico del lavoratore |
Oltre 10,05 euro | 10,05 € | 2,15 € di cui 0,50 € a carico del lavoratore | 2,16 € di cui 0,50 € a carico del lavoratore |
Orario di lavoro oltre le 24 ore settimanali | 5,32 € | 1,14 € di cui 0,27 € a carico del lavoratore | 1,14 € di cui 0,27 € a carico del lavoratore |
In entrambi i casi, il contributo CUAF (Cassa Unica Assegni Familiari) non è previsto nel caso in cui il rapporto di lavoro si svolga tra coniugi, parenti o affini entro il terzo grado di parentela che vivono assieme all’assistito.
Contributi lavoro domestico: chi li paga
Per concludere questo articolo dedicato ai contributi per collaboratori domestici, ricordiamo che il versamento dei contributi Inps badanti è compito del datore di lavoro e serve proprio per regolarizzare i rapporti lavorativi.
Per eseguire il versamento, è fondamentale che il datore di lavoro iscriva i propri dipendenti alla “ Cassa mutua per colf e badanti” (Cas.Sa.Colf).
La contribuzione di colf e badanti, giunge alla Cas.Sa.Colf tramite l’Inps ed è generata attraverso il servizio online del sistema o mediante un bollettino inviato al domicilio del datore di lavoro.
È importante sottolineare che tra i contributi da versare, rientrano anche quelli per il servizio di Assistenza Sanitaria Integrativa. Il costo di quest’ultima è di € 0,03 per ogni ora di lavoro, di cui 0,01 € è a carico del lavoratore.
Il responsabile del versamento, tuttavia, è sempre il datore del lavoro. È proprio quest’ultimo, infatti, che, in assenza di pagamento, verrà ritenuto responsabile della perdita del diritto alle prestazioni.
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