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Sindrome da Allettamento: Cause e Prevenzione

Sindrome da Allettamento: Cause e Prevenzione

L’insorgere delle malattie, così come la progressiva perdita di tonicità muscolare, sono elementi che hanno un impatto piuttosto notevole nella vita degli anziani. Nei casi più gravi, la combinazione di questi fattori può provocare un radicale cambiamento delle condizioni di salute, portando i soggetti più deboli a sviluppare la sindrome da allettamento.

La sindrome da allettamento, conosciuta anche come sindrome da immobilizzazione, è una patologia comune nelle persone in età geriatrica e sono davvero numerose le famiglie che, all’interno del loro nucleo, presentano un anziano affetto da tale malattia.

Ma quali sono le principali cause che portano a questo peggioramento delle condizioni di salute di un anziano? Esiste un modo per prevenire l’allettamento? Nel corso delle prossime righe, il nostro intento sarà quello di fornire una risposta chiara a tutti questi interrogativi.

Cos’è la sindrome da allettamento

Con il termine sindrome da allettamento si intende l’incapacità o una ridotta capacità, da parte di persone anziane o disabili, di alzarsi dal letto e compiere dei movimenti e delle azioni di vita quotidiana

Questa patologia, solitamente, si presenta nei casi in cui un anziano o un disabile sia costretto a letto per qualche motivo e tende a comparire nell’arco di qualche giorno o a peggiorare in modo progressivo nel corso del tempo.

Sindrome da allettamento: cause principali

Cosa porta all’allettamento di un anziano? Le cause di questa progressiva incapacità di compiere azioni comuni è dovuta a numerosi fattori. Tra questi rientrano:

  • malattie neurologiche: le più comuni sono il Parkinson, l’Ictus, ma anche la demenza senile
  • malattie dell’apparato muscolo scheletrico: artriti, artrosi, osteoporosi o fratture di qualunque tipologia
  • malattie cardiovascolari: la più comune è la cardiopatia
  • malattie respiratorie: BPCO e sindromi restrittive
  • fattori psicologici: tra i quali rientrano, ad esempio, la depressione senile o la paura di cadere  
  • patologie neoplastiche
  • condizioni post-intervento chirurgico
  • stati febbrili continui e ripetuti
  • fattori socio ambientali: ad esempio l’inadeguatezza del supporto sociale, l’indigenza o la malnutrizione.

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Quali sono le conseguenze della sindrome da allettamento?

Ora che abbiamo esaminato nel dettaglio le cause della sindrome di allettamento, domandiamoci: cosa succede ad una persona allettata?

Le conseguenze che un allettamento prolungato ha sulla vita del paziente riguardano non solo le condizioni dell’apparato muscolo-scheletrico, ma anche tanti altri elementi. 

Una delle conseguenze più evidenti è la perdita di tonicità e della forza muscolare. Questa condizione, poi, può peggiorare di molto qualora si prolungasse l’allettamento, portando i muscoli a uno stato di vera e propria atrofia.

Per l’apparato respiratorio, uno degli effetti più noti dell’allettamento è la perdita di tonicità dei muscoli respiratori e la compressione dei polmoni, con una conseguente riduzione dei volumi d’aria. Questa condizione, inoltre, fa sì che tutti i secreti bronchiali ristagnino per lunghi periodi di tempo, favorendo l’insorgere di bronchiti e polmoniti.

Dal punto di vista dell’apparato digerente, un allettamento prolungato ha effetti collaterali piuttosto importanti sulla digestione. Restare sdraiati per molto tempo, infatti, provoca un’alterazione dell’attività degli organi interni, causando cattiva digestione, stitichezza, diarrea o difficoltà a defecare

Anche il sistema urinario è soggetto a dei peggioramenti importanti nei pazienti allettati. Coloro che si trovano in questa condizione, infatti, sono particolarmente soggetti all’incontinenza o al fenomeno opposto, la ritenzione urinaria. Si tratta di sintomi molto frequenti negli uomini e che, se non prevenuti, possono portare a infezioni delle vie urinarie.

Le principali complicanze solitamente sono localizzate nel sistema cardiovascolare. Nei pazienti allettati è nota una ridistribuzione del flusso sanguigno, con ridotta resistenza cardiaca all’attività e rallentamento del flusso venoso. Queste reazioni si verificano  a causa di un’intolleranza alle alterazioni posturali (dalla posizione sdraiata alla seduta e dalla posizione seduta alla posizione eretta), che portano a ipotensione, svenimento, nausea o batticuore.

L’assenza di mobilità, tra le altre cose, provoca anche la deformazione delle articolazioni comportando difficoltà nei movimenti e una riduzione dell’escursione articolare, elementi che sono alla base dello stare in piedi e del camminare. Non è raro, quindi, incontrare pazienti allettati affetti da osteoporosi o artrosi.

A livello cutaneo, l’assenza di mobilità fa sì che la pelle del corpo diventi più dura e spessa ma, allo stesso tempo, nel caso in cui la cute venga sottoposta a sfregamenti, è possibile che si verifichino con più facilità le piaghe da decubito.
Infine, l’immobilità produce degli effetti negativi anche sul sistema nervoso. In genere, i pazienti allettati tendono a diventare apatici e indifferenti verso ciò che li circonda. Con il tempo, poi, si può arrivare anche alla perdita di memoria, all’inappetenza e alla depressione.

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Come prevenire la sindrome da allettamento: alcuni preziosi consigli

Per prevenire la sindrome da immobilizzazione, seguire alla lettera alcune importanti tecniche che stimolano la persona ammalata a muoversi in modo costante.

Per prima cosa, è bene insegnare all’anziano come stare correttamente seduto nel letto. Assumere una corretta postura, infatti, non solo minimizza i disturbi associati all’equilibrio, ma è anche un ottimo stimolo per il movimento.

Per combattere la sindrome da allettamento, il fisioterapista può spingere l’anziano ad assumere diverse posizioni nel letto, facendolo passare da sdraiato a seduto più volte lungo l’arco della giornata.

Oltre a questo, l’assistente deve fare in modo che l’anziano continui a svolgere in modo autonomo i piccoli movimenti quotidiani, come mangiare, pettinarsi o lavarsi il viso. Inoltre, è bene che l’assistito venga accompagnato con frequenza alla toilette (anche nel caso in cui non ne sentisse il bisogno) ed è essenziale che il suo corpo venga deterso e idratato correttamente ogni giorno.

Anche la dieta ha un ruolo importante nei pazienti affetti da sindrome di allettamento. Preferire i cibi ricchi di acqua e fibre, in effetti, è un’ottima strategia per prevenire le piaghe da decubito o le ferite che tendono a formarsi in chi non può muoversi. 

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Dunque, per il paziente che soffre di sindrome da allettamento, una riabilitazione corretta è essenziale per evitare le conseguenze più negative legate a questa condizione.

Prendersi cura di un anziano a letto, tuttavia, è un compito impegnativo e che richiede abilità e competenze specifiche. Le famiglie, spesso, non hanno il tempo sufficiente per dedicarsi a pieno del proprio caro ed è per questo che, in situazioni simili, suggeriamo di rivolgersi a professionisti del settore.

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