Badante qualificata: la guida per riconoscerla
Trovare una badante qualificata per i tuoi genitori o mandarli in una casa di riposo?
Certamente moltissime persone si sono trovate di fronte alla dolorosa decisione di cercare una badante qualificata oppure una buona casa di cura.
Per caso, sei di fronte, per la prima volta, al seguente bivio?
Questa decisione ti crea paura e incertezza per le continue notizie che vedono badanti derubare e picchiare i propri assistiti?
Hai quindi deciso di rivolgerti ai servizi di una casa di riposo, accorgendoti di liste d’attesa interminabili e costi eccessivi?
Se la risposta a tutte queste domande è sì, allora non hai da temere perché sei capitato nelle mani di professionisti con il desiderio di mettere al sicuro ciò che di più caro hai al mondo, i tuoi familiari.
La differenza tra badante e badante qualificata
Prima di iniziare, vorrei spiegarti la differenza tra una “badante normale” e una “badante qualificata”.
Per farlo, mi piacerebbe comprendere insieme a te il valore che le badanti qualificate ricoprono per la nostra Società.
Pensa che anche noi, quando abbiamo deciso di creare badacare, siamo rimasti sorpresi dal contributo molto positivo delle badanti qualificate all’interno della società e dei domicili in cui operano.
Significato di Assistente familiare
Noi di badacare, quando parliamo di badante qualificata, preferiamo chiamarla o chiamarlo “Assistente familiare”, perché siamo convinti che per qualificare una professione serva chiamarla nel modo giusto.
Tanto è vero che l’Istituto Treccani utilizza lo stesso termine e lo definisce in questo modo:
Assistente familiare loc. s.le m. e f. Chi, per professione, si prende cura delle persone, specialmente anziane o non completamente autonome.
Mentre, Il Corriere della sera nel 2007 diceva addio al termine badante, ancora usato nel linguaggio comune,
per sostituirlo con “Assistente familiare” o “Addetta alla cura della persona” (Corriere della sera, 17 febbraio 2007, p. 19, Cronache).
Ebbene, davanti a questi numeri e termini, siamo convinti che molto dipenda dai termini che decidiamo di usare.
Se l’obiettivo è che i genitori siano assistiti con professionalità, allora utilizzare il termine corretto “Assistente familiare”, può fare tutta la differenza.
Chi non è un assistente familiare o badante qualificata
Quindi, adesso che è più chiaro chi è un assistente familiare, serve capire chi non lo sia nonostante eserciti lo stesso la professione.
Per capire come deve essere una brava badante non occorre far parte di associazioni di badanti italiane, o essere di una certa nazionalità, oppure essere iscritti all’albo badanti, etc…
A tal proposito, noi di badacare consigliamo di stare molto attenti a questi aspetti,
altrimenti, si corre il rischio di generalizzare e di fare la fine dei casi di incuranza che, sempre più spesso, fanno scalpore quando si parla di badanti.
Di seguito, vogliamo riportare alcuni casi che hanno fatto scalpore e che ci limitiamo a condividere:
Come capite bene, leggendo i titoli di questi articoli, sembra di assistere al teatro dell’assurdo, ovvero a situazioni che le famiglie sembrano inermi e incapaci di gestire.
A nostro avviso, molto dipende dai criteri che si mettono in atto quando si seleziona una badante.
Infatti, cosa chiedere al colloquio alla badante fa tutta la differenza.
Consigliamo quindi, di lasciare questa attività a chi la sa gestire per competenza ed esperienza, così da evitatare una larga parte di rischio.
Sebbene, molte svolgono il ruolo di badante molte di loro non sono badanti qualificate.
Per svolgere questo lavoro serve avere una serie di attitudini come l’empatia, la sincerità e la professionalità.
Perciò, capite bene che non tutti sono in grado di essere una brava badante qualificata.
A tal fine, di seguito abbiamo indicato le principali competenze e attitudini che una badante qualificata deve possedere.
Le 5 competenze che la badante qualificata possiede
EMPATIA
L’empatia è la capacità di comprendere a pieno lo stato d’animo altrui, sia che si tratti di gioia, che di dolore. Questo comporta, la capacità della badante di “mettersi nei panni dell’assistito”.
Certamente, una badante empatica è predisposta a costruire una relazione personale positiva.
Deve necessariamente essere idonea ad ascoltare e fornire un aiuto che possa essere in grado di alleggerire il malessere del suo assistito.
Inoltre, deve saper anche gioire per i momenti felici dell’anziano.
RESPONSABILITÀ
La responsabilità può essere definita come la “possibilità di prevedere le conseguenze del proprio comportamento e correggere lo stesso sulla base di tale previsione”.
Per svolgere il ruolo di badante serve avere grandi capacità di autocontrollo e di modificare il proprio comportamento in situazioni ad alto stress emotivo.
Responsabilità anche nella sorveglianza dell’anziano per prevedere e di conseguenza evitare possibili incidenti domestici.
RESILIENZA
In psicologia, la resilienza è la capacità di far fronte in maniera positiva agli eventi traumatici.
Eventi che, ahimè, possono capitare durante l’assistenza e, perciò, occorre prevederli e superarli.
Sicuramente dovrà essere capace ad accettare la situazione, imparare a convivere in situazioni emotivamente complicate e adattarsi .
GENEROSITÀ
Nobiltà d’animo che si manifesta soprattutto come altruismo, disinteresse, prontezza al sacrificio e al perdono, ecc.
La generosità, appunto, contraddistingue il ruolo della badante qualificata perché vede ciò che svolge più come una missione che un lavoro.
PAZIENZA
Disposizione d’animo, abituale o attuale, congenita al proprio carattere o effetto di volontà e di autocontrollo, ad accettare e sopportare con tranquillità, moderazione, senza reagire violentemente, il dolore e i disagi, altrui…
Il ruolo della badante non è tra i più facili, per questo bisogna mantenere la calma in molte situazioni difficili e usare un tono distensivo per stemperare gli animi.
Come si evince, tra le competenze comportamentali, ci sono capacità soprattutto morali e relazionali.
Occorre stare vicino alle persone, saperle ascoltare e comprenderle e, magari, consigliarle nel modo più delicato e sincero.
Importanza del colloquio con la candidata badante
Dato il gran numero di assistenti familiari presenti e disponibili a lavorare, anche se molte sono prive di esperienza e qualifiche, è di primaria importanza impostare per bene il momento del colloquio, sia con la badante e sia con un familiare del precedente assistito.
Certamente ci aiuterà a capire se la persona che abbiamo di fronte ha tutte le caratteristiche che la rendano idonea al nostro caso.
Ogni anziano è diverso: a volte la persona da accudire soffre di qualche patologia che necessità di cure particolari.
Cure particolari per le quali occorre avere qualifiche ben precise.
Per questo motivo è sempre consigliabile illustrare alla candidata badante un caso concreto.
Una volta esposto, chiederemo alla badante come affronterebbe la situazione e se in passato ha avuto esperienze simili.
Senza dubbio la sua risposta ci permetterà di capire se in concreto è in grado di gestire la situazione che le abbiamo sottoposto.
Se non è in grado di rispondere o se il suo comportamento nella situazione concreta non ci convince , allora probabilmente la candidata non possiede le qualifiche necessarie per la cura del nostro anziano.
Chiedere e controllare le referenze
Inoltre, uno dei parametri che occorre sempre verificare sono le referenze.
Prima di mettere in casa una persona estranea bisogna parlare con i precedenti datori di lavoro, con la famiglia per la quale la badante prestava assistenza.
Il rischio in questo caso, è che le referenze possano essere false, ma per sfatare questo pericolo, quello che consigliamo è di fare delle domande specifiche all’ipotetico ex-datore di lavoro.
Sicuramente, l’ingresso di una badante che ha nel suo bagaglio lavorativo esperienze pregresse in cui si è presa cura di un soggetto che aveva le stesse esigenze del nostro anziano, ci farà sentire maggiormente tranquilli.
Fare delle domande su cosa nello specifico la badante ha svolto in termini di mansioni e attività.
Ad esempio:
Mi potrebbe descrivere le mansioni che svolgeva la badante verso l’assistito?
Per quante ore settimanali era impiegata la badante?
Etc…
In questo caso, se la risposta a queste domande è troppo titubante o confusa, allora esiste l’effettivo rischio di un falso e di un caso di opportunismo da parte della badante.
In aggiunta, un’altra strategia potrebbe essere quella di fare la stessa domanda, in due momenti distinti, sia alla badante che alla famiglia per la quale lavorava. Questo, per verificare coerenza tra quanto detto e quanto effettivamente svolto.
Stefano Pepe, fondatore di badacare
6 Comments
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Gennaio 29, 2019 at 2:28 pm[…] Non si può definire medico chi non ha alle spalle un percorso di studi specifico, allo stesso tempo non può essere definito panettiere chi non possiede una serie di conoscenze teoriche e pratiche di un certo tipo. Questo discorso lo si deve fare anche per il settore dell’assistenza anziani a domicilio, per questo è utile consultare la guida per riconoscere una badante qualificata. […]
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