Assunzione badante: come funziona il periodo di prova

Il periodo di prova per badanti è quell’arco temporale durante il quale sia il datore di lavoro che il collaboratore domestico possono decidere di interrompere il rapporto lavorativo senza preavviso e senza la necessità di fornire una particolare motivazione.
Il numero di assistenti famigliari impegnati nell’affiancamento agli anziani, nella vita di tutti i giorni è sempre maggiore.
Spesso si tratta di una scelta obbligata a causa dell’allungamento della vita media e delle inefficienze del welfare.
L’assunzione diretta di un assistente familiare è regolamentata da norme di legge e dai contratti collettivi nazionali:
1) il Contratto collettivo nazionale (Ccnl) Colf e badanti
2) il Contratto collettivo nazionale (Ccnl) Lavoro domestico, il più utilizzato in Italia.
Quest’ultimo è caratterizzato da una facile gestione e dalla versatilità, infatti in base alle esigenze può prevedere:
- un rapporto di lavoro ad ore;
- a servizio intero (lavoratore domestico convivente);
- a mezzo servizio (part-time);
Inoltre, sia i tempi di assunzione che quelli di rescissione del contratto sono estremamente flessibili.
Il periodo di prova per badanti
In questo articolo, vediamo nello specifico com’è normatizzato il periodo di prova per badanti.
il periodo di prova per badanti: in base alla legge, è sempre previsto all’interno del contratto lavorativo uno specifico periodo di prova.
Per essere valido, il periodo di prova per badanti deve essere messo per iscritto nella lettera di assunzione firmata all’inizio del rapporto di lavoro.
Validità del periodo di prova per badanti: requisiti e condizioni
Il periodo di prova per badanti è valido solo se le seguenti condizioni sono verificate:
- La badante nel periodo precedente al contratto, non deve aver svolto un periodo “fuori regola”, le cosiddette “prove”, verifiche, etc.. poiché non sono ammesse in caso di giudizio;
- Il lavoratore domestico deve aver firmato la lettera di assunzione, con la precisazione del periodo di prova, prima o al massimo contestualmente l’inizio del rapporto di lavoro;
- Il domestico non può aver già lavorato presso lo stesso datore di lavoro, per lo svolgimento di mansioni analoghe, neanche tramite un’agenzia di somministrazione;
- Deve avere svolto le mansioni precisate nella lettera di assunzione;
- Infine, il datore di lavoro, per dare disdetta durante il periodo di prova, quindi senza preavviso, dovrà avere prima dato la possibilità al lavoratore di dimostrare le proprie capacità per le quali è stato assunto.
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Le categorie di inquadramento contrattuale
Secondo il Ccnl, gli inquadramenti contrattuali sono classificati in specifici livelli a seconda del livello di qualifica, della mansione e dell’anzianità di servizio.
A seconda del livello, dipendono la retribuzione e il periodo di prova in fase di assunzione.
I 4 livelli sono: A, B, C e D.
Il livello A
Il livello A include i collaboratori domestici che hanno maturato meno esperienza e capacità, gli stessi svolgono compiti generici e non si occupano dell’assistenza di persone.
Il livello A si divide in due ulteriori sottolivelli che sono:
- Livello A Semplice: comprende i collaboratori domestici
- Livello A Super: comprende i collaboratori addetti solo alla compagnia di persone
Il livello B
Comprende i collaboratori che hanno già maturato un’esperienza lavorativa superiore a un anno e che hanno competenze più professionali.
Anche questo livello si suddivide in:
- Livello B Semplice: ossia il collaboratore professionale, come può essere un giardinieri, un autista, etc.
- Livello B Super: ossia l’assistente a persone autosufficienti
Il livello C
Comprende i collaboratori professionali che svolgono il proprio lavoro in autonomia e responsabilità.
Si suddivide in:
- Livello C Semplice: ad esempio il cuoco
- Livello C Super: è l’assistente a persone non autosufficienti, ma senza specifico diploma
Il livello D
Comprende i collaboratori con specifico diploma, che svolgono il proprio lavoro in autonomia e gestiscono un team.
Si suddivide in:
- Livello D Semplice: maggiordomo, capocuoco, etc.
- Livello D Super: infermiere professionale, assistente geriatrico specializzato, etc.
Leggi anche: Il periodo di prova per colf, badanti e babysitter
Art. 13 Periodo di prova
Secondo l’Art. 13, sono previsti i seguenti periodi di prova, in relazione alla categoria di inquadramento contrattuale:
Livelli |
Durata/giorni |
D e D super |
30 |
da A a C |
8 |
Note alla tabella: nella durata i giorni si intendo di effettivo lavoro.
La decorrenza del periodo di prova
La decorrenza del periodo di prova è sospesa in caso di malattia, infortunio sul lavoro e malattia professionale.
Periodo minimo di prova
Al fine di garantire al collaboratore di poter dimostrare le proprie capacità lavorative, il periodo di prova per badanti è previsto con un minimo di giorni, superato il quale il datore di lavoro può dare disdetta al contratto.
Il periodo minimo è stato idividuato dai giudici, di circa la metà rispetto a quello determinato dal CCNL Collaboratori domestici.
Esempio:
nel caso, quindi, di una badante assunta al livello A, il datore di lavoro non dovrebbe dare disdetta prima di 4 giorni di effettivo lavoro,
a meno che nella lettera di assunzione non sia stato stabilito un periodo di prova più breve.
È previsto un preavviso durante il periodo di prova?
Sì, nel caso in cui il domestico provenisse da un’altra regione senza averne già trasferito la propria residenza, è dovuto un preavviso di 3 giorni.
Nel caso il rapporto di lavoro domestico sia stabilito a tempo determinato, il periodo di prova, non dovrebbe superare un sesto del totale della durata del rapporto.
Esempio:
Un’assunzione per tre settimane potrà riportare come massimo un periodo di prova di 3 giorni.
Anche se la badante può diventare “una persona di famiglia”, è importante tener presente che alla base di tutto esiste un vero e proprio rapporto di lavoro.
Il periodo di prova per badanti, in conclusione
Superato il periodo di prova senza aver ricevuto disdetta, il contratto s’intende automaticamente confermato.
Il servizio prestato durante il periodo di prova va computato a tutti gli effetti dell’anzianità.
Durante il periodo di prova, il rapporto di lavoro può essere risolto in qualsiasi momento da ciascuna delle parti, senza preavviso.
Al lavoratore spetterà il saldo della retribuzione e di eventuali competenze accessorie corrispondenti al lavoro prestato durante il periodo di prova.
Leggi anche: Assumere la badante per un mese, i consigli per non fare errori.
Leggi anche: Licenziamento badante, la procedura corretta
Art. 4 Documenti di lavoro
Se il periodo di prova si esaurisce con l’assunzione della badante, all’atto dell’assunzione il lavoratore dovrà consegnare al datore di lavoro i documenti necessari:
- documenti assicurativi e previdenziali
- tessera sanitaria aggiornata
- un documento di identità valido
- codice fiscale che dovrà essere comunicato all’Inps
- eventuali diplomi o attestati professionali specifici
- permesso di soggiorno valido in caso di lavoratore extracomunitario
Durante il periodo di prova, che siano 8 o 30 giorni, non è mai facile valutare se il collaboratore domestico selezionato sia effettivamente la persona di cui si ha bisogno.
E’ importante quindi comprendere in anticipo le proprie necessità assistenziali e, nel caso, ricorrere a consigli e aiuti da esperti del settore.
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Periodo di prova badante e Coronavirus
Il periodo di prova è un tema che riguarda anche il periodo che stiamo vivendo.
Infatti, strati dal Coronavirus per regole molto rigide da rispettare, è importante valutare l’affidabilità della badante durante il periodo di prova.
La famiglia deve assicurarsi che la badante si presenti con i dispositivi di protezione individuale e rispetti tutte le regole di igiene personale.
6 Comments
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