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Maternità per colf e badanti: cosa prevede il CCNL

Maternità per colf e badanti: cosa prevede il CCNL

La maternità, per una colf, rappresenta un momento piuttosto importante. Come tale, se una badante è incinta, il CCNL prevede per lei e per la sua tutela alcuni diritti fondamentali.

In quanto lavoratrice dipendente, le garanzie previste per la maternità di una badante sono simili a quelle di qualunque altro lavoratore assunto in modo regolare. Ad ogni modo, cerchiamo di fare chiarezza sull’argomento e vediamo nel dettaglio come deve essere gestita la maternità del lavoro domestico.

Come funziona la maternità per le colf?

Se una colf rimane incinta, oppure decide di adottare o farsi affidare un bambino, per poter sospendere la propria attività di lavoro, essa deve presentare domanda di congedo presso l’INPS.

 Il congedo colf per maternità può essere richiesto all’istituto previdenziale sia collegandosi al portale online dell’INPS, sia recandosi presso un patronato o telefonando al Contact center. 

Ad ogni modo, la domanda per il congedo dovrà essere presentata prima che inizi la maternità della badante e mai dopo oltre un anno dalla fine del periodo indennizzabile. Nel caso ciò avvenisse, la colf perderebbe il diritto all’indennità.

Ricordiamo infine che entro 30 giorni dal parto, la colf è tenuta a comunicare INPS la data di nascita del figlio e le relative generalità.

Maternità e lavoro domestico: chi può usufruirne

Il CCNL prevede regole stringenti per quanto riguarda il congedo di maternità per colf e badanti. Questo diritto, infatti, è concesso solo ai collaboratori domestici che:

  • hanno versato 52 contributi settimanali  nei 24 mesi precedenti al periodo di astensione obbligatoria
  • hanno versato almeno 26 contributi settimanali nei 12 mesi precedenti al periodo di astensione obbligatoria

indipendentemente dal settore a cui tali contributi fanno riferimento. 

Se la badante non ha tali requisiti, al datore di lavoro non spetta alcun obbligo di integrazione verso la lavoratrice, né per quanto riguarda la retribuzione né per la 13esima.

Congedo di maternità per colf e badanti: le regole

Quali sono le regole previste dal CCNL per il congedo di maternità delle badanti?

  • La badante incinta ha diritto ad astenersi dal lavoro per un totale di 5 mesi. Questo arco temporale rappresenta la maternità obbligatoria e comprende i 2 mesi prima del parto e i 3 mesi successivi alla nascita del figlio. Tuttavia, se dopo il parto la badante esegue una visita ginecologica presso l’ASL e il medico le prescrive ulteriori mesi di congedo, la lavoratrice può astenersi dal lavoro per altri mesi, che in totale potranno arrivare a 5.
  • Il congedo è concesso sia se il parto avviene dopo o prima della data presunta. Nel primo caso, l’indennità prevista per la badante terrà in considerazione il periodo intercorso tra la data presunta e quella effettiva del parto. Nel secondo caso, se il figlio nasce prima della data presunta, alla badante spetteranno ulteriori giorni di congedo per fare in modo che essa recuperi i giorni non goduti prima del parto. 
  • Se dopo la nascita il bambino della colf viene ricoverato, la lavoratrice può chiedere di sospendere il congedo e di decidere di goderne solo una volta che il figlio verrà dimesso. Questo diritto può essere esercitato una sola volta per ogni figlio ed è sempre subordinato ad un certificato medico che attesta la capacità della colf di riprendere il lavoro. 
  • Il congedo per maternità spetta ai lavoratori domestici anche in caso di:
    1.  interruzione della gravidanza solo se questa avviene dopo 6 mesi dall’inizio della gravidanza).
    2. morte del bambino (alla nascita o durante il congedo)
  • Oltre quanto detto finora, ci sono altri 2 aspetti importanti da chiarire: il primo è che la badante non può avvalersi dell’astensione facoltativa dal lavoro, ma può decidere di sospendere il lavoro in anticipo. Il secondo è che anche il padre del bambino può assentarsi dal lavoro durante il periodo di congedo della moglie. Tuttavia, questo può avvenire solo nei seguenti casi: morte della madre, infermità della madre, abbandono, affidamento esclusivo del figlio al padre, rinuncia della madre in caso di adozione o affidamento. 

Chi paga la maternità della colf? 

Un’altra importante questione da affrontare è il pagamento. Chi paga la maternità delle badanti? La risposta è l’INPS. L’ente istituzionale deve corrispondere alla lavoratrice domestica in maternità l’80% della retribuzione giornaliera convenzionale settimanale prevista per i collaboratori domestici. 

Il calcolo dell’indennità prenderà in considerazione solamente i lavori svolti dalla donna in qualità di collaboratrice domestica.

Per quanto riguarda la tredicesima, questa viene pagata per l’80% dal’INPS e il 20% dal datore di lavoro. A quest’ultimo spetta anche il pagamento del TFR e delle ferie che, durante la gravidanza, maturano normalmente.

Infine, vogliamo ricordare anche che tutte le neo-mamme iscritte regolarmente a Cas.sa Colf possono percepire sia un buono di 500€ per ogni figlio nato che un rimborso per le spese sanitarie sostenute durante la gravidanza (fino a un massimo di 2000€).

Maternità lavoratori domestici: conclusioni

Come hai visto, il CCNL prevede una gestione specifica della maternità di colf e badanti. Per quanto concerne la paga del badante, questo potrebbe risultare difficile da gestire in autonomia viste le percentuali di soldi da versare descritte sopra.

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