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Assistenza anziani

Quando si è anziani? Guida su l’età geriatrica

Quando si è anziani? Guida su l’età geriatrica

L’anzianità, in diverse epoche e contesti sociali, è stata ed è vista tuttora come una fase della vita di una persona che ha il valore aggiunto di saggezza ed esperienza

Pensiamo, ad esempio, al consiglio degli anziani nell’antica Grecia per assistere il re nelle sue decisioni; ma anche ai giorni odierni in cui gli anziani hanno un ruolo importante nel tramandare valori e dare un aiuto, quando possibile, nella gestione della famiglia e dei propri nipoti.

Ma quando è possibile dire che una persona è anziana? Questa domanda è frutto di numerosi dibattiti poiché ognuno di noi sembra attribuire l’anzianità a età differenti. In questo articolo cercheremo di risolvere la questione una volta per tutte e chiarire con esattezza quando si è anziani. 

Definizione di anzianità

Se cerchiamo sull’enciclopedia Treccani la parola anzianità troviamo:

condizione anagrafica, ma anche biologica, psicologica e sociale di chi si trova nella fase avanzata del ciclo della vita, che segue l’età adulta o lavorativa. L’importanza e il ruolo dell’anziano variano a seconda del contesto storico, culturale, psicologico e sociale.

Definire una persona anziana dipende quindi dal periodo e il luogo in cui si vive. Basti pensare che nella Roma Imperiale si era anziani a 22 anni, età che oggi sarebbe impensabile visto che, con l’allungamento della vita, in Italia si arriva a una media di 85 anni (per le donne) e di 82 anni (per gli uomini). Se ci spostiamo in Africa, l’età geriatrica scende di almeno 30 anni rispetto all’Europa. 

L’età non è quindi un valore univoco e statico, ma un intreccio di elementi molto più complessi che spesso si basano sulla convinzione che esiste un limite fisiologico per la vita umana. 

Quando si diventa anziani

Fino a pochi anni fa, compiuti i 65 anni, si era considerati anziani. La scelta di attribuire quest’età all’anzianità venne eseguita dal politico tedesco Otto Von Bismarck verso la fine del 1800. Le motivazioni di due secoli fa erano prettamente politiche, poiché pochi raggiungevano il traguardo dei 65 e il cancelliere con lungimiranza si preoccupava del problema pensionistico.

Al giorno d’oggi, invece, esistono diversi criteri che definiscono quando una persona è anziana. Inoltre, tra anziano e anziano esistono delle importanti distinzioni

In genere si parla di “terza età“ quando ci si riferisce a persone con più di 65 anni in buona salute e ben inseriti socialmente e di “quarta età” quando ci si riferisce a individui con decadimento fisico e non più autosufficienti.

A livello globale, sono molte le persone 65enni che non si considerano anziane. Secondo un’indagine della London School of Economics, due over 65 su tre dichiarano di non sentirsi per niente anziani e quattro su dieci pensano che l’anzianità effettiva inizi dopo gli Ottant’anni.

Inoltre, considerando il livello mentale e fisico, oggi una persona di 65 anni corrisponde a una persona di circa 45 anni nel 1980.

Questo dato ha portato alla creazione di un’ulteriore suddivisione degli individui, questa volta basata sugli stadi della vita: 

  • età adulta avanzata, dai 60 ai 75 anni 
  • tarda età adulta dai 75 anni in poi 

Alla luce dei motivi visti finora, la Società Italiana di Gerontologia e Geriatria (SIGG) propone di stabilire l’inizio dell’età anziana a 75 anni.

Quando si è anziani e quando vecchi?

Spesso usate come sinonimi, queste parole hanno significati diversi. 

Per anziano si intende una persona “di età avanzata” che nell’immaginario collettivo gode di buona salute. Questo termine, in generale, ha una sfumatura di significato neutra, non negativa. Pensiamo anche al sostantivo che ne deriva, anzianità. Esso è associato al momento in cui termina il proprio lavoro e viene utilizzata, ad esempio, nei termini pensione di anzianità o anzianità di lavoro.

La parola vecchio, invece, indica una persona avanti con l’età e ha un significato più negativo. Il termine, infatti, tiene conto sia dell’età anagrafica di una persona che dell’atteggiamento mentale e abitudinario che una persona di una certa età può avere.

Aumento della soglia di anzianità: quali sono le conseguenze?

Guardando da vicino il nostro Paese, quel che possiamo vedere è che esso sta invecchiando rapidamente. La preoccupazione della maggior parte della popolazione Italiana è non tanto essere curati male, ma diventare non autosufficienti.  

Con l’età, infatti, sorgono diverse malattie negli anziani, come Parkinson, osteoporosi e insufficienza cardiaca. Questo comporta non solo un aumento delle spese per le cure mediche, ma anche la richiesta di assistenza domiciliare

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