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Lavoro domestico: in che cosa consiste

Lavoro domestico: in che cosa consiste

Che sia per mantenere una casa pulita e ordinata o per assistere persone fragili e non autosufficienti, il lavoro domestico è una mansione svolta da una larga fetta di persone nel nostro Paese. 

Vista la vita frenetica a cui siamo stati sottoposti e il grande aumento di persone anziane, in Italia, poter contare sull’aiuto di una persona competente come il lavoratore domestico, è un’esigenza che coinvolge un numero elevato di famiglie.

Esaminiamo i dati dell’INPS sul lavoro domestico in Italia nell’anno 2021.

ANNO 2021
TOTALE 961.358
47% BADANTI (451.371)
ETÀ MEDIA (ANNI) 50,5
39% LAVORA OLTRE 40 ORE SETTIMANALI
Dati INPS sul lavoro domestico

Quel che possiamo notare da questi numeri è che la percentuale di lavoratori domestici regolari, in Italia, è davvero elevata (si arriva quasi a un milione) e una gran parte di questi ultimi svolge il ruolo di badante. Questo ci fa intuire quanto questa figura professionale sia importante in un Paese come l’Italia.

Ma in che cosa consiste esattamente il lavoro domestico e in che modo è regolamentato? Scopriamolo insieme in quest’articolo dedicato all’argomento. 

Cosa si intende per lavoro domestico?

Con lavoro domestico si intende un rapporto di lavoro di tipo subordinato in cui un professionista (detto collaboratore domestico) esegue dei servizi domestici o di tipo assistenziale per il proprio datore di lavoro.

Il datore di lavoro può essere un soggetto singolo, ma anche un nucleo familiare o delle comunità (come quelle religiose). Egli può decidere di assumere i lavoratori domestici sia tramite libretto familiare, sia attraverso un contratto. 

Nel primo caso, il collaboratore presta servizio in modo del tutto occasionale. Il libretto famiglia, infatti, è un libretto nominativo prefinanziato composto da titoli di pagamento il cui valore nominale è fissato in 10 euro. Questa somma serve per compensare attività che hanno una durata non superiore a 1 ora.

D’altro canto, se il rapporto di lavoro non è di tipo occasionale, allora il datore di lavoro potrà ricorrere al contratto per badante. È possibile concordare contratti a tempo determinato, indeterminato, a ore o part-time. Ad ogni modo, il documento dovrà essere stipulato rispettando quanto descritto all’interno del CCNL di settore. 

In generale, all’interno del contratto non possono assolutamente mancare le seguenti voci:

  • data di inizio del rapporto di lavoro domestico
  • durata del periodo di prova
  • convivenza o non convivenza del collaboratore
  • orario giornaliero di lavoro
  • retribuzione pattuita

Una volta stipulato il contratto, il datore di lavoro deve comunicare all’INPS l’avvenuta assunzione. La comunicazione dovrà essere effettuata attraverso il portale INPS oppure tramite il Contact Center o un intermediario dell’istituto come il CAF, i patronati e i commercialisti. 

 Chi sono gli addetti ai servizi domestici e familiari

Rientrano all’interno della categoria dei collaboratori domestici i badanti, le colf, i camerieri, le baby-sitter, i cuochi, gli autisti, i giardinieri, i custodi e i portieri

Lavoro domestico: retribuzione e diritti

Per quanto riguarda la paga e il versamento dei contributi colf, il lavoro domestico ha un regolamentazione differente dagli altri tipi di lavoro subordinato ed è tutto descritto all’interno del CCNL, così come gli altri aspetti economici, quali la tredicesima e il TFR.

Detto ciò, ai collaboratori spetta sempre un minimo retributivo che ogni anno dipende dalle variazioni ISTAT. La retribuzione effettiva, tuttavia, dipende principalmente dal livello della badante e, generalmente, viene corrisposta al lavoratore ogni mese tramite il bollettino MAV o altri sistemi di pagamento elettronico.

Il lavoro domestico prevede anche che al collaboratore siano garantiti alcuni diritti fondamentali come la possibilità di avere uno spazio in cui sia garantita la giusta privacy (nel caso si tratti di una badante convivente), il riposo settimanale, le festività, le ferie, il congedo matrimoniale, la malattia e l’infortunio. 

Le modalità e la retribuzione spettanti al lavoratore nei periodi sopra elencati sono descritte in maniera approfondita all’interno del CCNL.

Per recedere il contratto con il lavoratore domestico, il datore dovrà rispettare le norme vigenti per le altre forme di lavoro subordinato ad eccezione di una: egli è libero di licenziare il proprio dipendente anche senza una giusta causa o un giusto motivo.