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Accompagnamento anziani: quando spetta, come richiederlo

Accompagnamento anziani: quando spetta, come richiederlo

Spesso capita di non avere le idee chiare sull’indennità di accompagnamento per gli anziani. Chi ne ha diritto, ad esempio? Come si fa a richiederla?

Spesso capita di non avere le idee chiare sull’indennità di accompagnamento per gli anziani. Chi ne ha diritto, ad esempio? Come si fa a richiederla?

La burocrazia può essere purtroppo ingarbugliata ed è per questo abbiamo raccolto in una guida tutto ciò che serve sapere sull’indennità di accompagnamento per anziani: quando spetta, a chi, come si richiede e cosa fare quando non è sufficiente.

Che cos’è l’accompagnamento per anziani e a chi è rivolto

L’indennità di accompagnamento per anziani è un contributo economico mensile erogato dall’INPS a persone non autosufficienti, che non sono in grado di deambulare senza aiuto o di compiere in autonomia gli atti quotidiani della vita. L’assegno è destinato a chi ha ricevuto il riconoscimento di invalidità totale e permanente al 100%, indipendentemente dal reddito e dall’ISEE.

Questa misura economica, si chiama “accompagnamento” perché viene riconosciuta a chi ha bisogno della presenza continua di un accompagnatore: una persona, familiare o assistente, che supporti il beneficiario nelle attività essenziali. 

L’accompagno anziani può essere richiesto da:

  • persone di età pari o superiore a 67 anni;
  • cittadini italiani o stranieri con permesso di soggiorno valido;
  • soggetti residenti stabilmente in Italia.

Ma attenzione: non basta avere una certa età o una percentuale generica di invalidità. Per ottenere l’indennità di accompagnamento anziani, è necessario superare una visita medica e ricevere un verbale che attesti l’invalidità al 100% e la non autosufficienza.

Questa misura non è un sostegno generico, serve a coprire, almeno in parte, le spese legate all’assistenza continuativa. Un supporto per chi si occupa quotidianamente di un familiare anziano e ha bisogno di un aiuto, anche professionale.

Molto spesso, infatti, chi ha diritto a questa indennità necessita di una presenza costante, anche nelle ore serali o nei momenti più delicati della giornata. In questi casi, poter contare su un’assistenza qualificata non è solo utile, ma fondamentale. Badacare può aiutarti a trovare il giusto supporto grazie a badanti referenziate, formate e disponibili anche per interventi continuativi o su base flessibile, in base alle reali esigenze della tua famiglia.

Accompagnamento e Legge 104: cosa cambia 

Uno dei dubbi più frequenti riguarda la differenza tra assegno di accompagnamento e Legge 104. Spesso si pensa che siano due prestazioni collegate o che chi ha diritto alla 104 ottenga automaticamente anche l’accompagno. Ma non è così.

La Legge 104 regola il riconoscimento della condizione di disabilità e garantisce diritti legati all’inclusione e al supporto lavorativo e sociale (es. permessi retribuiti, congedi, agevolazioni fiscali). L’indennità di accompagnamento, invece, è un assegno economico mensile riservato a chi non è in grado di svolgere autonomamente le attività quotidiane.

In breve:

  • Si può avere la Legge 104 senza l’accompagnamento, se la disabilità è grave ma non compromette l’autonomia.
  • Si può avere l’accompagnamento senza la 104, se si è totalmente non autosufficienti ma non si rientra nelle condizioni previste dalla 104.
  • In alcuni casi, si ha diritto a entrambe, ma sono due percorsi distinti, con domande e criteri diversi.

Per approfondire tutti i dettagli relativi alla Legge 104, è disponibile una guida dedicata che chiarisce ogni aspetto.

Requisiti per ottenere l’accompagnamento anziani

Per accedere all’indennità di accompagnamento, i requisiti fondamentali sono:

  • Età: almeno 67 anni compiuti;
  • Invalidità civile riconosciuta al 100% in modo permanente;
  • Impossibilità a deambulare autonomamente o a svolgere gli atti quotidiani senza aiuto continuativo;
  • Cittadinanza italiana, oppure permesso di soggiorno di almeno un anno (per stranieri extracomunitari);
  • Residenza stabile e abituale in Italia;
  • Non ricovero in strutture pubbliche a totale carico dello Stato per più di 30 giorni.

Per gli anziani over 67, oltre all’invalidità totale e alla non autosufficienza, può essere rilevante anche la verifica del reddito in fase di accertamento dell’invalidità civile. Non esiste un limite reddituale per ottenere l’accompagnamento in sé, ma per alcuni verbali di invalidità al 100%, l’INPS tiene conto della soglia annua per validare l’accesso ad alcune prestazioni economiche correlate. È quindi importante che i dati reddituali siano aggiornati e correttamente comunicati, soprattutto quando la domanda è presentata tramite patronato.

La valutazione dell’invalidità viene effettuata da una commissione medica dell’ASL e dell’INPS, che rilascia un verbale dettagliato.

Come si presenta la domanda per l’accompagnamento

La procedura per ottenere l’accompagnamento si articola in diversi passaggi:

  1. Certificato medico introduttivo

Va richiesto al proprio medico di base, che deve indicare le patologie e la necessità di assistenza continua. Il medico invia online il certificato all’INPS e fornisce al paziente un codice univoco da utilizzare nella domanda.

  1. Domanda di accertamento sanitario

Si presenta online all’INPS attraverso il servizio “Invalidità civile – Invio domanda di riconoscimento dei requisiti sanitari”, anche con il supporto di un patronato.

  1. Visita medica INPS/ASL

Il cittadino viene convocato per la visita che stabilirà l’invalidità al 100% e la non autosufficienza. In caso di grave impedimento, la visita può essere effettuata a domicilio.

  1. Ricezione del verbale

Se l’esito è positivo, si riceve il verbale di invalidità civile.

  1. Invio modulo AP70

Serve per comunicare i dati socio-economici e le modalità di pagamento. Può essere compilato online o tramite patronato. È il documento che consente all’INPS di verificare che sussistano le condizioni per l’accredito economico.

Quali documenti servono per fare la domanda di accompagnamento?

Sia che si scelga la procedura tradizionale (partendo dalla richiesta al medico di base) e sia che si opti per la procedura semplificata (facendo richiesta direttamente al patronato), ottenere l’accompagno per anziani richiede la presentazione di alcuni documenti.

I documenti per l’accompagnamento per anziani sono:

  • Dati anagrafici del richiedente
  • Dati anagrafici dell’eventuale coniuge o rappresentante legale
  • Indirizzo di domicilio e residenza
  • Informazioni su eventuali ricoveri del richiedente
  • Eventuale delega alla riscossione di un terzo o in favore di associazioni
  • Modalità di pagamento scelto per ricevere l’indennizzo

Alcuni di questi dati faranno parte del modello AP70

Se l’esito della visita è positivo e tutta la documentazione è stata correttamente inviata, il pagamento dell’indennità di accompagnamento decorre dal primo giorno del mese successivo al riconoscimento dell’invalidità da parte dell’INPS.

Chi può presentare la domanda

La domanda per l’indennità può essere presentata direttamente dal cittadino interessato o dalla cittadina interessata oppure, in caso di impossibilità, da un familiare delegato o da un rappresentante legale.

La delega deve essere formalmente indicata e accompagnata da documenti di identità e, in alcuni casi, da appositi moduli. 

È possibile anche affidarsi a un patronato, che si occupa dell’intero iter: dalla trasmissione dei documenti alla compilazione del modello AP70, agevolando così i familiari, soprattutto nei casi di grave compromissione dell’autonomia della persona assistita.

A quanto ammonta l’assegno di accompagnamento nel 2025

L’importo dell’assegno di accompagnamento viene aggiornato ogni anno.
Nel 2024, la cifra mensile prevista è pari a 542,02 euro per 12 mensilità, esente da tassazione e non soggetta a ISEE.

È importante sapere che:

  • l’indennità non è cumulabile con pensioni per invalidità di guerra, di servizio o per cause di lavoro;
  • è invece compatibile con pensioni di vecchiaia, redditi da lavoro e altre indennità civili;
  • l’assegno non prevede tredicesima e non deve essere dichiarato ai fini IRPEF.

Quali patologie danno diritto all’accompagnamento

L’assegno di accompagnamento non è legato solo all’età, ma anche alla presenza di patologie invalidanti che rendono la persona non autosufficiente. Questo significa che, anche in presenza di malattie gravi, non sempre si ha diritto all’indennità: la condizione fondamentale resta l’impossibilità di camminare da soli o di compiere le azioni quotidiane senza un aiuto costante.

Tra le patologie più frequentemente riconosciute rientrano:

  • tumori oncologici avanzati, in particolare se in trattamento o con prognosi infausta;
  • morbo di Parkinson in fase avanzata;
  • demenza senile e Alzheimer, quando impediscono una gestione autonoma della vita quotidiana;
  • insufficienza cardiaca grave;
  • gravi disabilità motorie o cognitive, spesso in combinazione tra loro;
  • disturbi psichiatrici (come il disturbo bipolare o la depressione maggiore) che compromettono l’autonomia.

Non si tratta di un elenco rigido: ogni richiesta viene valutata singolarmente dalla commissione medica dell’INPS sulla base della documentazione clinica e delle condizioni oggettive.

Accompagnamento anziana signora

Quando l’accompagnamento non viene riconosciuto

Può capitare che, pur presentando condizioni mediche serie, l’indennità di accompagnamento venga negata. I motivi più comuni sono legati al mancato rispetto di uno o più requisiti fondamentali.

Ad esempio, il ricovero continuativo in strutture pubbliche a totale carico dello Stato per oltre 30 giorni rende incompatibile l’erogazione dell’indennità. Lo stesso vale in caso di invalidità già riconosciuta per cause di servizio, lavoro o guerra, che prevede altre forme di tutela.

Un altro motivo frequente è la mancanza di documentazione adeguata: se il certificato medico non esplicita con chiarezza la necessità di assistenza continua, o se durante la visita medica la commissione non riscontra gli elementi dichiarati, la richiesta può essere respinta. In questi casi, è possibile presentare ricorso, supportati da un avvocato e con documentazione aggiornata.

Differenza tra invalidità civile e accompagnamento

È importante distinguere tra invalidità civile e indennità di accompagnamento, poiché non sempre vanno di pari passo. L’invalidità civile può essere riconosciuta anche con percentuali inferiori al 100% e comporta altri tipi di benefici (come esenzioni sanitarie, pensioni, agevolazioni lavorative).

L’accompagnamento, invece, è riservato esclusivamente agli invalidi al 100%, non autosufficienti. Questo significa che si può essere invalidi gravi ma autonomi, e quindi non aver diritto all’accompagnamento, oppure si può ottenere l’accompagno anche senza altri benefici se si dimostra la necessità di un’assistenza costante.

Per gli anziani con più di 67 anni, l’assegno di accompagnamento rappresenta spesso l’unico sussidio disponibile, purché sussistano tutti i requisiti previsti.

Domande frequenti sull’accompagnamento

Chi può ricevere i soldi dell’accompagnamento?

L’indennità è sempre intestata alla persona disabile. Tuttavia, nel caso in cui non sia in grado di gestirla, può autorizzare un familiare o un rappresentante legale a riscuoterla. È fondamentale che i fondi vengano comunque destinati all’assistenza della persona non autosufficiente.

Chi riceve l’accompagnamento può lavorare?

Sì, in teoria. L’indennità di accompagnamento non è incompatibile con un reddito da lavoro. Tuttavia, trattandosi di soggetti dichiarati totalmente non autosufficienti, la compatibilità va valutata con attenzione. L’eventuale impiego deve essere compatibile con lo stato di salute dichiarato e certificato.

L’accompagnamento è cumulabile con altri aiuti economici?

Dipende. È cumulabile con pensioni di vecchiaia, assegni familiari, redditi da lavoro e Reddito di Cittadinanza. Non lo è invece con pensioni o indennità per invalidità di guerra, per cause di servizio o infortuni sul lavoro.

Esiste un limite di reddito per ricevere l’accompagnamento?

No. L’indennità non è soggetta a limiti reddituali, né è necessario presentare l’ISEE. Fa eccezione il caso degli anziani over 67, per i quali il requisito reddituale può incidere solo in fase di valutazione dell’invalidità civile, ma non sull’erogazione dell’assegno.

Il supporto professionale di Badacare

Ricevere l’indennità di accompagnamento è un aiuto economico importantissimo per affrontare le spese legate alla disabilità. Quando le esigenze aumentano, sia in termini di tempo che di competenze, diventa fondamentale poter contare su un supporto qualificato, vicino e affidabile.

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