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Badante per assistenza ospedaliera: come funziona

Badante per assistenza ospedaliera: come funziona

Spesso accade che una persona anziana, a causa di patologie croniche, possa essere ricoverata in ospedale, in un giorno prestabilito o all’improvviso, con una durata della degenza che può oscillare da pochi giorni a qualche mese. In questi casi, alla famiglia e alla persona anziana può arrivare il supporto della badante per l’assistenza ospedaliera.

Quando si tratta di assistenza in ospedale, sono molte le variabili da tenere in considerazione, come gli orari in cui l’anziano ha bisogno di assistenza, il contratto, le mansioni da svolgere e il pagamento dell’assistente familiare. Tuttavia, esistono anche delle regole generali da considerare.

In questo articolo faremo chiarezza sulla tematica, prendendo in esame quelle situazioni in cui si abbia già una badante assunta e si voglia trasferire la sua prestazione in ospedale, per avere un aiuto in più e maggiore tranquillità.

In quale caso la badante presta assistenza ospedaliera

Una badante che assiste una persona anziana a casa può svolgere le sue mansioni anche in caso di ricovero in ospedale dell’assistito. Se il periodo di degenza è molto lungo, la famiglia deve comunicare all’INPS entro 5 giorni tutte le variazioni di orario e il cambio del luogo di lavoro.

Se la badante in ospedale non è necessaria, perché la famiglia assume il ruolo di assistente o se ci sono accordi diversi con il datore di lavoro, la lavoratrice è esonerata dall’assistenza ospedaliera.

Doveri della badante in caso di ricovero dell’assistito

In ospedale, le mansioni della badante sono generalmente le stesse che la professionista svolge ogni giorno in casa. Nel caso in cui l’assistito versi in condizioni di salute problematiche, la badante dovrà capire i bisogni dell’assistito e adeguarsi alle esigenze anche in ospedale, in modo da curare la sua igiene, aiutarlo negli spostamenti o durante i pasti, con le modalità più consone.

Di norma, i principali doveri della badante in caso di ricovero sono:

  • sorveglianza, compagnia e supporto emotivo
  • comunicazione con i medici, gli infermieri e con la famiglia sulle condizioni di salute
  • aiuto nella somministrazione dei pasti
  • cura dell’igiene
  • aiuto nella deambulazione, nell’alzarsi e nel coricarsi

Badante con assistito in ospedale: le tipologie di assistenza

Così come per i doveri e le mansioni, anche per le tipologie di assistenza rimangono le stesse: 

  • assistenza diurna: la badante svolge il lavoro solo di giorno, mentre di notte l’assistito è sorvegliato dal personale in ospedale 
  • assistenza notturna: la badante svolge il suo lavoro solo nelle fasce notturne. Una soluzione che i familiari scelgono spesso quando assistono l’anziano di giorno e hanno bisogno d’aiuto per la notte
  • assistenza diurna e notturna: l’assistenza all’anziano è prevista per le 24h del giorno e della notte. Naturalmente, un’assistente familiare non può lavorare senza riposarsi mai e non avere pause. In questo caso, si ha bisogno almeno di 2 badanti.  

Una badante convivente con assistito in ospedale può svolgere il lavoro nelle fasce orarie abituali o diverse rispetto agli accordi, a patto che la variazione d’orario sia comunicata all’INPS e sia presente nel contratto di lavoro. 

Quando l’assistito è in ospedale la badante quante ore deve stare?

Le ore di lavoro della badante se l’assistito va in ospedale sono le stesse del contratto stipulato, ma solo se per un periodo di ricovero breve. Se invece il ricovero si protrae nel tempo, si modifica il contratto per le ore necessarie (5 ore oppure 8, 12 ore se viene considerato lo straordinario).

Assistenza badante in ospedale: come va pagata 

Il pagamento mensile della badante può rimanere invariato, come da contratto, solo se il periodo del ricovero è breve e già programmato, come può accadere per un’operazione o un ricovero per accertamenti stabiliti. In questo caso però, può capitare anche che la somma da versare alla lavoratrice cresca, per pagare i costi degli spostamenti fino in ospedale o provvedere a un nuovo alloggio. 

Se invece l’assistenza della badante convivente all’aziano in ospedale si protraggono fino ad una data non precisa, perché ci sono delle gravi condizioni, può esserci una variazione dell’inquadramento e delle fasce orarie di assistenza. Cambierà, di conseguenza, anche la somma da pagare.

Per esempio, una badante convivente, che fino a quel momento assisteva una persona autosufficiente, dopo il ricovero diventa non convivente e cambia totalmente l’inquadramento del lavoro: da persona autosufficiente si passa a persona non autosufficiente. 

Come prevede il contratto collettivo nazionale del lavoro domestico, qualsiasi siano i cambiamenti, rimangono invariati i diritti delle badanti come il riposo settimanale e giornaliero, le ferie, i congedi, i permessi, i giorni di malattia e gli straordinari.

Assistenza diurna

Il pagamento per la fascia diurna va calcolato se la presenza della badante per l’assistenza in ospedale è determinata o non determinata. 

Quando l’assistenza diurna è determinata, il contratto rimane pressoché invariato e il pagamento rimane come se la badante lavorasse normalmente in casa. Una piccola variazione esiste nel caso in cui l’ospedale da raggiungere sia molto lontano, con un rimborso spesa in busta paga. 

Se l’assistenza diurna è non determinata, vanno comunicati all’Inps alcuni aspetti: 

  • il cambio della tipologia di assistito, da persona autosufficiente a non autosufficiente
  • l’inquadramento della badante, da convivente a non convivente
  • nuovi orari di lavoro che tengono presente il tempo che la badante impiega per percorrere il tragitto casa-ospedale 
  • l’indirizzo dell’ospedale come luogo di lavoro

Assistenza notturna

Anche per il pagamento della badante di notte in ospedale va tenuto in considerazione se il periodo è determinato o non determinato. 

Per l’assistenza notturna determinata, può capitare che si chieda alla propria badante di fare alcune ore di notte, quindi il pagamento sarà calcolato come uno straordinario. Ciò significa che il pagamento sarà maggiorato del 50% sulla busta paga. 

Quando l’assistenza notturna non è determinata, invece, la professionista può essere assunta come badante notturna con un contratto di presenza o di assistenza. 

Il contratto di presenza prevede il lavoro dalle 21.00 di sera alle 8.00 del mattino per una retribuzione di 668,54 €. Se si tratta del contratto di assistenza, quindi di cure costanti dal lunedì al sabato per 54 ore totali e un giorno libero di riposo, il pagamento oscilla in base ai livelli della professionista e della persona assistita: 

  • 998,47 € per un assistito autosufficiente (livello BS)
  • 1131,60 € per un assistito non autosufficiente (livello CS) 
  • 1397,89 € per un assistito non autosufficiente (livello DS)

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