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Assistenza anziani

Non autosufficienza in Italia: cosa riserva il futuro

Non autosufficienza in Italia: cosa riserva il futuro

Sebbene al giorno d’oggi le persone vivano molto più a lungo, sono ancora pochi i governi che impiegano risorse e denaro per le questioni legate al long-term-care. Con questa parola si intendono le “cure a lungo termine” e ci si riferisce alle misure di assistenza che andrebbero studiate a favore di tutte quelle persone anziane che non sono più in grado di svolgere i compiti quotidiani in autonomia.

In Italia, la popolazione di Over 80 è già largamente numerosa e si stima che nei prossimi 30 anni questa fetta di popolazione aumenterà in maniera esponenziale. Questo incremento, come è ovvio, da un lato farà crescere la percentuale di anziani non autosufficienti in Italia ma, dall’altro, comporterà un calo enorme delle persone in età lavorativa disponibili a prendersi cura degli utenti più fragili.

Detto ciò, quale sarà il futuro dell’assistenza in Italia? L’articolo di oggi nasce proprio per rispondere a questa domanda. 

La non autosufficienza in Italia: come gestirla

Prima di rispondere all’interrogativo posto sopra, bisogna fare una premessa: assistere un anziano non autosufficiente ha un costo piuttosto elevato nel nostro Paese. Per far fronte a questo ostacolo, oggi sono state istituite numerose alternative, come ad esempio l’outsourcing internazionale dell’assistenza agli anziani.

Si tratta di una strategia mediante la quale si esternalizza il servizio di assistenza a imprese estere in cui i costi sono più ridotti. Ciò è successo, per esempio, in Tailandia. Qui, infatti, sono state create numerose strutture atte a ospitare anziani non autosufficienti provenienti dall’Italia e dall’Europa intera. Sebbene si tratti di una valida soluzione, quella dell’outsourcing rimane comunque una scelta che non tutti possono effettuare.

Un’alternativa a questa soluzione potrebbe essere quella di mantenere il più a lungo possibile le persone anziane all’interno delle proprie case. Come il Covid-19 ha dimostrato, le residenze per anziani oggi sono prese d’assalto da moltissime persone e, sebbene il servizio che offrono sia di grande aiuto per i familiari, esse presentano ancora molti limiti.

In che modo, quindi, mantenere le persone fragili in casa potrebbe rappresentare una svolta nel mondo dell’assistenza sanitaria? Vediamolo insieme.

Anziani non autosufficienti: in Italia il futuro è nella tecnologia

Secondo gli esperti incentivare l’assistenza di anziani non autosufficienti presso i domicili rappresenta la soluzione migliore sia per i familiari che per i badanti. Ma com’è possibile questo? La risposta risiede nelle moderne tecnologie di domotica.

Questi strumenti infatti, se collocati presso i domicili delle persone anziane, sono in grado di raccogliere e inviare dati in maniera costante a un team remoto di monitoraggio. L’anziano, quindi, verrebbe costantemente monitorato (con controlli della pressione sanguigna, dell’ossigenazione del sangue o della temperatura corporea) e il collaboratore domestico, così come i familiari, verrebbero alleggeriti di molto nel loro compito di assistenza.

Oltre a ciò, queste tecnologie rappresentano anche un vantaggio per le casse dello Stato: permettendo un intervento tempestivo sull’anziano, queste macchine eviterebbero ai familiari di gestire situazioni complesse e farebbero in modo che la persona non autosufficiente non debba passare lunghi periodi in ospedale.

Anche per i collaboratori domestici la tecnologia domotica può risolvere grandi problematiche. Grazie ad esse, infatti, gli assistenti potranno evitare non solo lavori di assistenza mal retribuiti, ma anche le difficoltà insite dell’assistenza che comportano alti livelli di stress e, spesso, infortuni.

La soluzione per la non autosufficienza in Italia

Come abbiamo potuto comprendere sopra, impiegare la tecnologie di domotica per assistere anziani non autosufficienti, in Italia rappresenterebbe la soluzione ideale.

Queste infatti, oltre ai problemi già elencati, risolverebbero anche questioni più complesse come la mancanza di persone disposte a svolgere il lavoro di assistente perché non contente dello stipendio o la volontà di non fare il badante perché considerato un lavoro  pieno di sacrifici. 

Detto ciò, tuttavia, le tecnologie da sole non possono portare al cambiamento. Affinché nell’assistenza possa esserci una reale svolta, è necessario un grande sforzo a livello politico. Difatti, è solo con un buon lavoro da parte delle istituzioni che si potrà sperare su un radioso futuro per l’assistenza agli anziani potrà finalmente